21 may 2011

M-15 “El pueblo unido jamàs serà vencido” (venerdì notte a Puerta del Sol)

E’ sabato notte a Madrid, la città della movida. Eppure "terrazza" per "terrazza", bar dopo bar, quartiere dopo quartiere, dalla Latina fino a Malasaña gira la stessa idea: passare per Puerta del Sol, prima di mezza notte, ora in cui il Tribunale Elettorale Nazionale ha deciso che gli assembramenti in tutte le piazze di Spagna saranno illegali perche disturberebbero le elezioni di domenica.
Bel problema uno Stato che si vede riempite tutte le sue piazze di gente che, al di la di tutto, grida: non ci rappresentate più. Bel problema, comunque la pensiate.

Puerta del Sol è piccola questa notte. La gente, le tende e i ragazzi ormai straripano nelle strade limitrofe. Il bel palazzo della Regione, che domina con il suo campanile la piazza, è illuminato come un giorno di festa. E’ da quel campanile che tutta Spagna, in diretta televisiva, ascolta l’arrivo della mezzanotte a capodanno. Sembra fatto a posta.
E’ una piazza strana Puerta del Sol oggi. E’ diversa da ieri, è diversa dall’altro ieri. Non solo più gente, ma anche più consapevole. Oggi il mio amico Mario su facebook scriveva: “Somos noticia en Franci (siamo notizia in Francia)”. Tutti hanno saputo di ciò che stanno tentando di fare in Italia e in Germania e in Inghilterra. E’ una piazza più orgogliosa oggi. Quell’orgoglio spavaldo e un po’ stupito, tipico di un paese che si è sempre sentito in ultima fila. Qualcuno l’ha anche scritto su un grande telone. E’ una piazza strana Puerta del Sol oggi, una piazza senza palco. Senza nessuno che la dirige. Senza un punto esatto dove guardare. Così a ogni metro succede qualcosa di diverso. Così tutti ci guardiamo negli occhi. A quest’ora della notte, c’è troppa gente per una assemblea o un dibattito però ci sono concerti. Chiunque ha una chitarra l’ha portata. Un gruppo di signori, sax, flauto traverso e tromba, suonano un pezzo jazz. Poco più in la c’è una intera famiglia, mamma papà, bimbo e bimba. La bimba legge molto composta un libro seduta su uno zaino mentre il fratellino colora un foglio di carta. Un amico che il venerdì sera canta in un coro mi telefona e mi racconta che questa sera si è deciso di andare a cantare in piazza. Il clima è sereno, qui nessuno ha paura di un incidente o di una provocazione. E’ quasi assente un servizio d’ordine. E questo sembra strano visto dall’Italia ma non lo è visto da qui, dal cielo di questa città buona e pacioccona. Speriamo che abbiano ragione. Su Twitter però gira un volantino con le istruzioni di come comportarsi in caso di atti violenti o di un tentativo di sgombero: sedersi a terra, alzare le mani, reagire, tassativamente, in una forma non violenta.
Ore 11.55, si avvicina la mezzanotte. L’idea, la rete la diffonde da oggi pomeriggio, è accogliere le 00 del sabato in assoluto silenzio. E a mano a mano che si avvicina la mezzanotte mi chiedo se si farà, se questa enorme piazza straripante di gente saprà, senza alcun comando, azzittirsi. Hanno appeso un cartello con su scritto: “esto no es un botellon” (un botellon è come si chiama qui il bere per strada).
La lancetta dei minuti su avvicinano alle 12. Tutti guardiamo verso il campanile e, improvvisamente, succede. Come un contagio. Si fa silenzio. Un silenzio totale.
La piazza è enorme, così piena di gente è impossibile vederne l’altro lato, eppure non si sente un sospiro. E fa quasi paura tanta gente, unita e silenziosa. Alle 00 si sentono i ritocchi della campana. Un suono flebile (non è il Big Ben) e tutti alziamo le mani e le moviamo in un applauso silenzioso. 12 rintocchi. In un silenzio da chiesa. Sola una persona prova a gridare: “capullos” (stronzi) ma tutti la azzittiamo. Ci si tiene a questo silenzio. ¡Lo queremos! (lo vogliamo). Poi i rintocchi finiscono e lentamente, dalla pancia della piazza, dalla pancia di Puerta del Sol (che è virtualmente il centro della Spagna), comincia a salire un grido: “El pueblo unido jamàs serà vencido. El pueblo unido jamàs serà vencido”. E ancora più forte: “El pueblo unido jamàs serà vencido”. E a me vengono i brividi, ma veramente! L’ho ascoltata milione di volte questa canzone nelle manifestazioni in Italia ma è la prima volta che la ascolto qui. E per quanto è un pensiero stupido, tipicamente mio, penso che a gridarla questa volta sono spagnoli, sono persone che parlano la lingua di quella canzone, la parlano la mattina chiedendo un caffè, facendo la spesa andando a un colloquio di lavoro e questo la rende diversa, la rende più autentica. E mi sento un po’ turista, un po’ straniero, un po’ spagnolo e lo grido anche io: El pueblo unido jamàs serà vencido.
Questa notte si dorme tutti in piazza (e mi manca un poco il mio compagno che è a casa a dormire, che domani lavora).





2 comentarios:

  1. Ho la pelle d'oca..anche noi l'abbiamo cantata qui a Las Palmas, che emozione!
    Vale

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