12 ene 2011

Fanculo al canguro!


Caro Pietro, caro amico
oggi per la prima volta ti scrivo una lettera perche voglio che ti ricordi ciò che è accaduto. Capace che fra qualche anno, quando sarai ancora più grande, ti scorderai degli avvenimenti che ti hanno visto protagonista oggi e questo sarebbe un peccato. Per cui eccomi qui, con carta e penna, o per meglio dire con dita e tasti, a scriverti. A dirti: non dimenticartelo.
La vita è fatta di diritti che ci conquistiamo. E quasi sempre un diritto che ci conquistiamo è un privilegio che qualcun'altro perde (e questo è ancora più bello e più importante). Tu, alla veneranda età di 3 anni, ti sei già conquistato il diritto di dormire in un letto più grande, il diritto di pisciare in piedi davanti al cesso, il diritto di mangiare con i grandi e il diritto di decidere quale libro vuoi che ti si legga la sera prima di dormire (quest’ultimo te lo sei conquistato molto precocemente). Oggi, però, il diritto che ti sei conquistato, meravigliosamente, coraggiosamente, è, fra tutti, forse, il più importante.
Stavi in cucina, seduto a terra accanto al tuo cesto dei giocattoli. Lavoravi con molto impegno con uno dei tuoi 35 (e più) camion dei pompieri. Eri concentrato su uno dei più grossi, quello rosso che ha la scala gialla, che si allunga e si muove, quello che ti hanno regalato per Natale i nonni, quello che sulla scatola portava scritto: garantito 2 anni, quello fichissimo (¡vamos el más chulo!), quando improvvisamente la scala, la scala gialla che si allunga e si gira, ha deciso di rompersi e di rimanerti miseramente in mano. Ed è qui, in questo preciso momento, fortunato e sfigatissimo, che hai deciso di fare il passo (un piccolo passo per l’umanità ma un grande passo per te): hai osservato la stupidissima scala che ti era rimasta in mano e hai detto, per la prima volta in vita tua: fanculo!
Pietro, è stato un momento importante, lo sai?
Mamma era vicino a te che allattava Rocco. Anche papà era vicino a te che leggeva il giornale. Si è fatto un gran silenzio e, forse non te ne sei reso conto, ma mamma e papà sono rimasti di pietra. E non sapevano che dire. E come sempre quando tua madre non sa che dire finisce che dice una stupidaggine. Così, dopo un attimo di panico, con finta faccia di curiosità, mamma (che è sempre stata una gran fanculista), ti ha domandato: “Cosa hai detto Pietro, canguro?”
Ha provato a depistarti mamma. Ha provato a confonderti e imbrogliarti. Ma tu non ci sei cascato. No!
Ti sei alzato in piedi, orgoglioso come un attore scespiriano, hai messo davanti a te la scala gialla, miseramente rotta, oltraggiosamente degradata a pezzo di plastica, e con perfetta intonazione, scandendo ogni singola lettera, hai dichiarato:
“No mamma, ho detto fanculo fanculo fanculo.”
Conquistandoti, definitivamente, per il resto della tua vita, gloriosamente, il diritto di dirlo!
Caro Pietro, caro amico, non farti mai fregare da chi vuole convincerti (e ne incontrerai di gente che ci proverà), che era solo un canguro!
Tuo, affezionatissimo Antonino
Antonino Pingue © 2011 Todos los derechos reservados

1 comentario:

  1. Bravo Pietro bravo ¡¡¡ Sei un diritti "Fundamental"
    Magnifico texto.

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