Majd il glorioso




"Io sono Majd “il glorioso” per via del fatto che il mio nome viene dal Corano dove Dio è chiamato con 99 nomi diversi e Majd è appunto uno di questi e significa: “il glorioso”. Molti nomi in Palestina  vengono dal Corano e io conosco il significato di tutti. E di questo sono molto orgoglioso.
Fuori il sole è rosso ed è tondo. Non so se nel resto del mondo il sole è così rosso e così tondo come da noi qui in Palestina, ma io lo trovo bellissimo e nei giorni più fortunati, profumato. Ha un profumo di aranci e di orti. E poi so anche che quando il sole è così rosso e così tondo, gli uccelli amano posarsi sui rami ed è più facile prenderli. Prima però devo superare i Posti di Blocco"


La storia
Al-Khalil, in ebraico Hevron, è una delle città più importanti della Palestina ed è l'unica città palestinese che ha insediamenti ebraici incuneati nel cuore del centro storico. I palestinesi sono centosessantamila, i coloni israeliani cinquecento, e per proteggerli tutta l'area è stata disseminata di postazioni militari fortificate che controllano chiunque passi da un settore all'altro. Sfuggendo ai genitori e al coprifuoco, Majd, un simpatico ragazzino palestinese, cerca di raggiungere il bosco, ma l'impresa, non proprio facilissima, si complica via via fino a diventare impossibile: la strada è finita, sbarrata da un muro di cemento grigio e da soldati con i carri armati. Arrivato al muro, Majd si rende conto che c'è una grande confusione: "Posso entrare?". "Devo uscire?", "Da che parte?", "Un soldato molto gentile e con due frecce dentro e fuori, non sa dove cavolo metterle e gira su se stesso come una trottola". Majd non capisce chi è dentro e chi è fuori dal muro, chi ha un paese e chi non ce l'ha, chi è un terrorista e chi è un soldato… Tra domande imbarazzanti e personaggi strani, Majd "il glorioso" ci accompagna nel suo paese in guerra, e, testardo come solo i bambini sanno essere, non si arrende alla logica distorta degli adulti che "quando fanno la guerra non capiscono nulla, ma devono far finta di capirci tutto". In appendice, a cura di Claudia Zaccai, un'esperienza concreta di pratica della pace: la Biblioteca mobile per la nonviolenza di Al-Khalil, che ha sede proprio nel centro del vecchio mercato, nel settore controllato dai militari israeliani. I ragazzi si incontrano tra loro e con gli operatori della biblioteca e insieme organizzano laboratori di musica, teatro, poesia, ma soprattutto imparano che cosa significa la cultura della pace e della non violenza e come metterla in pratica in famiglia, a scuola e per strada. L'obiettivo della Biblioteca è di insegnare a risolvere i conflitti in maniera non violenta e in uno spirito di cooperazione.
  Velia Imparato (L'Indice)


 
Una volta chiesi a mio padre cosa fossero i Terroristi di cui parlano sempre i telegiornali. Lui mi disse che i Terroristi erano “coloro che terrorizzano”.
Allora io pensai: molto bene! E scrissi una lunga lista di Terroristi, che sono “coloro che terrorizzano” e la feci vedere a papà. E papà  fece un salto sulla sedia, urlò «Oh santo cielo!», e poi mi disse che non potevo scrivere che la mia Maestra, il mio Preside e il Dottore che mi faceva le punture erano Terroristi, anche se mi terrorizzavano. E poi mi spiegò meglio che i Terroristi erano quelli che uccidevano. Allora io gli chiesi se anche i soldati erano Terroristi visto che i soldati uccidono, e lui mi disse di nuovo di no perché in una guerra ci sono i buoni” e i “cattivi. I buoni si chiamano “soldati” e i cattivi “Terroristi”. Allora io gli chiesi ancora come si faceva a capire in una guerra chi erano i “buoni” e chi erano i “cattivi”. E lui mi diede un gran cazzottone sulla testa e mi disse: «Ma perché non ti piacciono semplicemente i cartoni animati, figlio mio?». 


Dico la mia
Ho scritto “Majd il glorioso” perché penso che la guerra, ancora prima di essere orribile e crudele, è ridicola e, a ben vedere, comica. Si, comica! La Palestina, e la sua infinita storia, è il vero centro del mondo (molto più di New York o Mosca, o qualche altra grande cittatona). Li si incontrano le grandi culture e le grandi religioni della Terra. Sta a noi decidere come risolvere questa cosa. Parlare della Palestina è parlare di come vediamo il mondo e di come vediamo noi stessi, perché la vita è fatta di incontri. Majd, il protagonista di questa storia, è un bambino e non è un caso che è un bambino. Non ho scelto un bambino per impietosire o per commuovere, al contrario perche nessuno come i bambini sanno vedere le cose, sanno fare le domande giuste, sanno indicarci e dirci quando il “Re è nudo”. Il libro si trova in libreria ma se volete potete comprarlo anche on-line (per esempio qui).
Ciao Antonino

Majd il glorioso
Editore: Sinnos (2006)
€ 11,50


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